Non esiste un metodo universale, dipende dal nostro carattere, dalle nostre abitudini mentali, dal rapporto con la creatività e con l’organizzazione logica. I fattori sono molteplici.
Chi parte da un’idea, chi da un’immagine a cui aggiunge, in seguito, il testo.
La cosa migliore è buttare giù tutto quanto ci viene in mente, senza preoccuparci troppo di scrivere cose inutili o di ripetere gli stessi concetti. Quando faremo l’editing al nostro testo, sistemeremo, taglieremo, organizzeremo.
Una pagina bianca davanti a noi ci aiuta a fermare su carta quell’idea, quella frase, quella parola che altrimenti volerebbe via subito.
Non cestiniamo mai le idee, neanche le più stupide. Nella fase creativa conserviamo tutto quanto ci viene in mente, anche se apparentemente non ha nessuna relazione con quanto ci serve: attraverso la magia del processo associativo, partiremo da una parola, un’idea, e arriveremo dove non immaginavamo neanche.
Nasceranno vere e proprie mappe associative. È una specie di catena analogica, un gioco di specchi e rimandi dove da un’immagine si arriva a un’altra.
Possiamo anche fare una scaletta che contiene la successione dei contenuti che vogliamo esprimere:
Davanti alla pagina bianca non bisogna farsi prendere dal panico. Se l’attacco non ci viene bene, cominciamo dal cuore di ciò che dobbiamo scrivere. Sull’inizio torneremo dopo. Oppure concentriamoci proprio su quello che potrebbe sbloccarci dandoci la giusta partenza a cui segue il fluire di contenuti e parole. Ognuno troverà il metodo migliore.
Ricordate la metafora del volo? Dobbiamo fare un buon decollo, un buon volo e un buon atterraggio. Il panico da pagina bianca rende il nostro volo aggrovigliato, impedendoci di trovare soluzioni efficaci.
Le parole vanno inseguite ma non bisogna avere ansie. Di sicuro l’abitudine alla lettura ci aiuta ad avere un lessico versatile, pieno di sfumature.
Attenzione: quando siamo in crisi davanti a una pagina bianca ricordiamoci sempre il significato della parola crisi secondo gli ideogrammi cinesi, perle di antica saggezza filosofica: Il primo ideogramma significa pericolo, il secondo opportunità.
Davanti a una situazione critica possiamo quindi usare tutte le nostre risorse creative. È nella tensione che la creatività si sprigiona, non nell’anestesia della quiete.
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