Call to action - Di necessità virtù

di Antonella Brugnola

È appena suonata la sveglia, come ogni mattina: 5:40. La metto un po’ prima, così ho il tempo di prepararmi. Non amo la fretta. Le giornate sono impegnative e poi, da una settimana, l’orizzonte si è fatto più nero, e più roseo.

Nero, perché costretti a stare in casa, tutti, tranne noi del settore alimentare; roseo, se penso alle vendite della mia panetteria, “Di fronte”.

Da dieci anni ha cambiato prospettiva: hanno aperto un cesso pubblico, di fronte, gestito da…  come si chiama? Quel ragazzo strano che indossa la maschera antigas, anziché la mascherina.  Dovrei ricordarmi il suo nome. Rocky, mio figlio, era in classe con lui, in terza elementare, l’anno in cui lasciò gli studi. Uffa… basta scervellarmi e vagare coi pensieri, devo alzarmi, dare il cambio a mio marito Ettore, all’apertura del negozio. Oggi devo parlargli.

Lo trovo al banco, finisce di contare gli spiccioli in cassa; lo blocco prima del rito della sigaretta nel retrobottega, e gli racconto la mia idea. Da una settimana, questo strano raffreddore colpisce tanta gente, porta molti in ospedale, e miete vittime. Come nel film “Attacco alla Terra”, i governanti hanno assunto misure drastiche per limitare i contagi, ci costringono a non uscire di casa, a indossare protezioni effimere, come le mascherine.

«Ecco, la mia idea è che la panetteria “Di fronte” diventi “Per tutto”; e cominciamo a cuocere, e vendere, tanto pane e dolci in più.»

«Perché?»

«Ettore, diventeremo il faro del quartiere. Altro che supermarket Facily, tutto scatolette e niente fresco. Da noi, uscendo di casa una volta a settimana, le persone troveranno tanta spesa, uova fresche, lievito e farina per fare la pizza, e tutti i dolci di Carnevale. Perché, Ettore, hai scordato che tra poco è Carnevale? Tu friggi tanti tortelli e crostoli.»

«E Rocky?»

«A Rocky spieghiamo che, per il Carnevale, ci mascheriamo con un nuovo costume, uguale per tutti: è il 2020, ci vestiremo da medici, con i guanti e la mascherina, bianca o verde. Il Carnevale sarà come una quarantena – infatti, venti + venti = quarant(en)a – e la Quaresima. Vedrai, anche a lui piacerà servire i clienti con la mascherina. Giocheremo ai dottori, faremo entrare due clienti per volta in negozio, per servirli meglio.»

Povero Rocky, figlio nostro, trent’anni e un ritardo mentale di venti. In più, quella brutta malattia che gli amplifica la mente. Ricorda tutto di tutti: ci tiene i conti del negozio meglio del computer.

«Che dici Ettore, ti piace questa storia? Rocky starà sereno dietro il bancone, e noi venderemo tanto di più. Guarda, ho preparato un cartello da mettere in vetrina: “Vi chiediamo di entrare due alla volta, così Rocky potrà servirvi meglio. Tenete la mascherina sul viso e godetevi le nostre specialità dolci e salate”. E Buon Carnevale 2020.»

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