Quanto l'AMBIENTE intorno a noi influenza la nostra vita?
Il sole, il mare, il meteo, gli animali, il pub. Elementi che fanno parte del quotidiano.
Per questo, quando scriviamo un racconto o un romanzo, di solito, dobbiamo collocare la storia in un’ambientazione specifica.
L’ambientazione parte dal micro, dall’intimo, dalle mura domestiche, magari, fino ad arrivare al macro-cosmo, passando per stadi intermedi.
Di conseguenza, quando installiamo la scena, come si usa dire nell'improvvisazione teatrale, è importante che i personaggi interagiscano con il luogo. Sia attraverso i dialoghi, sia con l'utilizzo prezioso dello Show don't tell.
A volte, i testi di autori esordienti peccano proprio perché trama e personaggi si muovono su superfici piatte: come burattini davanti a scenografie di cartapesta. Il luogo dove i personaggi si muovono, invece, li farà agire e dialogare in modo diverso. Quando costruiamo una scena dobbiamo essere lì, con loro nell'ambiente.
Quando il lettore segue il protagonista tramite un’ambientazione originale ed evocativa è come se vedesse quel luogo per la prima volta. Vivere in un posto dove è buio sei mesi l’anno o dove piove ogni giorno è diverso dal vivere in un luogo assolato, dove puoi andare in spiaggia a sdraiarti o a bere una birra con gli amici.
L’ambiente influenza le persone nel profondo, più di quanto immaginiamo. Inoltre, un’ambiente ben caratterizzato ci salva a volte dai vuoti di trama, da un dialogo spoglio, una scena smunta. Ricreare l’ambientazione con le parole non è solo descrizione estetica dei luoghi; significa evocare atmosfere, sottolineando come queste interagiscano con l’umore dei protagonisti delle storie, con le loro personalità, e gli stili di vita.
"Quella maledetta estate del 1978 è rimasta famosa come una delle più calde del secolo. Il calore entrava nelle pietre, sbriciolava la terra, bruciava le piante e uccideva le bestie, infuocava le case. Quando prendevi i pomodori nell’orto, erano senza succo e le zucchine piccole e dure. Il sole ti levava il respiro, la forza, la voglia di giocare, tutto. E la notte si schiattava uguale. Ad Acqua Traverse gli adulti non uscivano di casa prima delle sei di sera. Si tappavano dentro, con le persiane chiuse. Solo noi ci avventuravamo nella campagna rovente e abbandonata."
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