Tra il caos cittadino e l’afosa pianura mantovana dei giorni nostri, la vita di Stella, 35enne single e affermata donna in carriera nel mondo della finanza, scorre frenetica e controllata. Tutto cambia il giorno in cui Stella torna nel casolare, ormai abbandonato, di proprietà della sua famiglia nei primi anni del Novecento. Il ricordo dei nonni e del papà, passati a miglior vita, rivive in quelle stanze e nell’aia tutt’intorno.
Stella si reca quasi ogni giorno in quel rudere, suona la sua chitarra e vive storie a lei sconosciute, legate al passato dell’adorata nonna Dalila. L’esistenza della protagonista subisce una svolta: ispirata dagli avvenimenti delle visioni surreali nel casolare, inizia a interrogarsi sulle proprie priorità, sui traguardi raggiunti e, soprattutto, sulle cose importanti che non ha.
Stella decide di fare un viaggio da sola, prendendo una pausa dal lavoro, dalle amiche, dalla madre, per trovare il tassello mancante nella sua imperfetta vita “perfetta”. Sceglie la Normandia, un paesino sulla costa di fronte l’oceano, con il vento, la spiaggia e le nuvole a farle compagnia. La sua amata chitarra, a comporre le giuste note, e l’intima amicizia di Philippe, proprietario della casa presa in affitto, guideranno Stella verso la consapevolezza e il cambiamento della propria vita.
Paola Sbarbada Ferrari autrice esordiente di origine mantovana, lavora nel settore della finanza. Musica e lettura hanno sempre accompagnato la sua vita, occupando un posto preminente nel suo vissuto, tanto da portarla a intraprendere studi di canto e di chitarra. Queste peculiarità le troviamo nel suo primo romanzo, Il casolare sull’aia (Gilgamesh Edizioni, 2022), costruito intorno ad accadimenti autobiografici, rielaborati dai suoi personaggi, e armonizzati dal suono della chitarra, tanto cara alla protagonista.
Il romanzo risulta scorrevole nella trama e nella scrittura. Sfogliando le pagine, si coglie la passione dell’autrice, il retrogusto poetico e malinconico della storia che arriva tutto, portando il lettore a riconoscersi tra le stesse e a emozionarsi. La protagonista, Stella, si sorprende a fotografare la propria vita nel momento di massimo successo professionale.
Una lunga lista di domande che restano senza risposta fin quando il ricordo dei nonni, la scoperta della caparbietà della nonna Dalila da giovane, e della vita semplice nell’aia degli anni ’30 aprono una ferita nell’animo di Stella, da suturare in fretta. Le immagini surreali nel casolare, portate alla luce per magia dal suono della chitarra di Stella, segnano il confine tra un prima e un dopo, tra il vivere la vita e la vita da vivere: impossibile fuggire.
«[…] poi è arrivato il giorno in cui mi sono chiesta se davvero la vita che sto conducendo sia proprio quella che volevo condurre, se quella che sono sia colei che volevo essere. Non parlo come una novantenne, io sono ancora in tempo per cambiare il corso degli eventi, non tutto è nelle mani del destino, alcune scelte dipendono da noi. […]»
È con la presa di coscienza della protagonista che l’autrice riesce a dare il meglio di sé, forse perché la sfida l’ha affrontata in prima persona o, magari, la sta vivendo. Le emozioni trapelano, il need della protagonista si coglie in pieno:
«[…] E così, poteva piovere, splendere il sole, piovere ancora, tirare vento, che lei, pensò, sarebbe stata felice comunque, accettando le proprie fragilità, facendole diventare un valore aggiunto del proprio carattere. […]»
Il romanzo si legge con piacere, tanto da finirlo in poche ore, in attesa che arrivi il possibile sequel a svelare la nuova vita di Stella: tra maree, scogliere e note musicali velate di pace e passione tanto care alle anime nel vecchio casolare.
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